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Penne: La Storia

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La Storia della Città di Penne Epoca Preromana e Medievale dei Vestini. La Storia della Città di Penne Epoca Preromana, Epoca Romana ed Epoca Medievale del Popolo dei Vestini e dell’Area Vestina -areavestina.it

La Storia DI PENNE

Penne (Pònne in dialetto locale) è un comune italiano che dal 2012 fa parte dell’associazione I borghi più belli d’Italia. Di origini pre-romane, sorge in una zona la cui frequentazione da parte dell’uomo risale almeno al Neolitico medio e fu l’antica capitale della popolazione italica dei Vestini.

Il comune è situato a uguale distanza tra il mare Adriatico e il Gran Sasso d’Italia, presentandosi come porta di accesso al Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga attraverso la Riserva naturale controllata Lago di Penne. La cittadina è inoltre il centro principale dell’area Vestina. L’utilizzo del mattone, presente in tutti gli edifici e nei resti di alcune pavimentazioni, ha portato al soprannome di “città del mattone”.

Epoca preromana dei vestini

Penne sorge in una zona la cui frequentazione da parte dell’uomo risale almeno al Neolitico Medio come documentato da diverse scoperte archeologiche. Antica capitale della popolazione italica dei Vestini, deve il suo toponimo al termine “pinna”, inteso in senso di sommità, altura. La struttura urbana, infatti, si articola su quattro colli: Colle Sacro, Colle Romano, Colle Castello e Colle Cappuccio. Essi sono rappresentati sullo stemma comunale da altrettante torri sovrastate a destra e, a sinistra, da due ali.

L’impianto cittadino attuale è caratterizzato, soprattutto, dall’impronta edilizia del periodo medioevale, con strade strette, vicoli e case contraddistinti dall’uso del mattone a vista.

Il toponimo antico Pinna (in epoca romana Pinna Vistinorum) deriva dal latino “pinnus”, ossia acuto, appuntito, poiché il primo villaggio italico fu costruito con funzioni difensive sopra un’altura aguzza. Molti villaggi italici avevano questo toponimo, e così anche il toponimo attuale di alcuni comuni abruzzesi ha il prefisso “penna”, come Penna Sant’Andrea e Pennadomo. Dai ritrovamenti, si sa che un primo villaggio esisteva nell’età del ferro, ma la cittadina vestina fu edificata nel VI secolo a.C. circa. Nel 325 a.C. insieme con i Sanniti, i Vestini combatterono contro Roma: mentre i Transalpini mantennero fino alla conquista definitiva una forma di governo basata ancora sulle leggi italiche, i Cisalpini vennero assorbiti dal sistema legislativo romano.

Epoca romana

Conosciuta nell’antichità come Pinna, trova testimonianze storiche nei testi di Silio Italico, Plinio, Tolomeo, Vitruvio, Valerio Massimo, Frontino e Paolo Diacono. Durante la guerra civile fu distrutta da Silla. Penne infatti aveva aderito alla Lega Italica che si formò a Corfinium durante la Guerra sociale (91-87 a.C.) Lo storico tardo Valerio Massimo, a proposito di questa guerra, parla dell’assedio compiuto dal console Catone Uticense, e del coraggio del ragazzo vestino Pultone, il quale fu minacciato, insieme con altri giovani a difesa delle mura, dai Romani di abbandonare la città, altrimenti i prigionieri pennesi, tra i quali il padre del ragazzo, sarebbero stati giustiziati.

Pultone riuscì a ritardare l’assedio e a salvare anche il padre con uno stratagemma, e la leggenda all’epoca era molto nota, poiché Valerio Massimo reinterpretò una versione già descritta dallo storico Diodoro Siculo. Sempre durante l’epoca del dominio romano fu visitata da Tito Livio per informazioni da aggiungere nella sua opera storiografica, e viene descritta dai successivi geografia nella “Regio Picena”, a confine con la “Regio del Sannio”, a nord del fiume Pescara, all’ora chiamato “Aterno”, che aveva lo sbocco presso il villaggio di Ostia Aterni, oggi Pescara. Era tra le città più importanti di questa parte d’Abruzzo, insieme con Castrum Novum (Giulianova), Atri (Hadria), Teate (Chieti) e Ortona.
Al livello urbanistico Penne non venne ampliata come i grandi centri attigui di Hadria o Teate Marrucinorum, ma durante il governo di Augusto furono restaurati i templi maggiori di Vesta, Cerere, Venere e Giunone. Durante il governo di Caracalla venne realizzata la fontana dell’Acqua Ventina, ancora oggi funzionante.

L’opera di evangelizzazione a Penne avvenne con la figura semi-mitica di San Patras, il primo vescovo della diocesi, uno dei 72 discepoli di Gesù, mandato negli Abruzzi da San Pietro, insieme con San Marco, che evangelizzò la Marsica, dato il collegamento viario da Roma all’Adriatico mediante la Claudia-Valeria e la Salaria. Sempre secondo le ricerche storiche e le varie leggende, l’arrivo di San Patras a Penne avvenne nel 49 d.C. circa, sotto l’impero di Claudio, quando ci fu da Roma la cacciata degli ebrei. Nel III secolo un’altra importante figure religiosa entrò nella storia della città: San Massimo d’Aveia, piccola località alle porte di Amiternum (odierna L’Aquila, di cui è compatrono).

Il santo, durante le persecuzioni dell’imperatore Decio (249-251 d.C.), venne arrestato e portato davanti al prefetto di Aveia, che provò in tutti i modi a fargli rinnegare la fede cristiana, infine condannandolo a morte, facendolo gettare dal punto più alto di Penne, nella località “Torre del Tempio”, dove oggi sorge il Duomo. Dopo le vicende dei primi anni dell’Impero, non si hanno molte notizie al livello politico di Penne, se non che nell’epoca di Diocleziano (IV secolo d.C.) i suoi confini vennero estesi sino al fiume Pescara, e fece parte della “Regione Picena”. Dopo la disgregazione dell’Impero d’Occidente, la città subì gli attacchi dei Vandali e dei Goti.

Epoca medievale

Carlo Magno la dichiarò capitale della provincia nel 773, e l’assoggettò al potere del Vescovo. Dal VI secolo all’812 Penne fu un gastaldato dei Longobardi, appartenuta al Ducato di Spoleto, e successivamente per benefici della diocesi rimase in una sacca territoriale semi-indipendente, fino alla dominazione sveva. In questo periodo si alternano dispute per il governo della città, poiché l’Abbazia di San Clemente a Casauria ne rivendicò il possesso nell’874, patrocinato da Ludovico II il Giovane, che nel frattempo fondò il villaggio di Alanno presso l’Abbazia di Picciano. Ruggero II la dichiarò città reale nel 1127. Importante fu l’influenza della diocesi con la Cattedrale di San Massimo, che detenne il potere sul circondario. Fu in rivalità con la Badia di Santa Maria Assunta in Picciano per molti secoli, fino al 1500. Federico II provvide alla fortificazione di quattro castelli che circondavano il borgo: il Torrione normanno di Porta San Francesco, e le costruzioni su Cappuccino, Castello, Colleromano e Roccabruna.

La Cattedrale, dedicata a Santa Maria degli Angeli, fu fondata sopra il tempio della dea Vesta, il più sacro dei santuari della città, insieme con l’episcopio, nel IV secolo circa. La Cattedrale disponeva di un “Tabularium” che dal IX al XV secolo aveva raccolto molti documenti, dispersi in parte nei secoli successivi, e trascritti fortunosamente con l’avvio degli studi filologici nel XVI secolo da parte di Nicola Giovanni Salconio, del Trasmondi e di Niccolò Toppi di Chieti. Da questi si apprende la leggenda della fondazione della diocesi da parte di San Patras, della controversia con l’abbazia di San Quirico nel 1183 (bolla di papa Lucio III) per il possesso di alcune chiese, come Santa Maria di Ronzano e San Giovanni d’Isola del Gran Sasso. Il documento più antico della diocesi è un atto dell’imperatore Ottone I (4 maggio 968) nel quale vengono confermati al vescovo Giovanni l’investitura, il beneficio che gli permetteva di esercitare il potere sulla città, e l’immunità fiscale. Altri diplomi riguardano gli imperatori Carlo Magno e Lotario II riguardo alla divisione territoriale dei monasteri di San Clemente a Casauria e di Santa Maria di Picciano.

Il prestigio della diocesi pennese si accrebbe con la traslazione dei resti di San Massimo dalla vecchia cattedrale di Forcona (L’Aquila) a Penne, da parte del vescovo Giraldo nell’868, la fondazione dell’abbazia di San Bartolomeo a Carpineto della Nora per volere di Giovanni (962) e finanziata dal conte Bernardo di Liundo, il restauro di Santa Maria Assunta di Picciano nel 1049, Santa Maria di Civitella Casanova nel 1190 con il vescovo Ottone.

Dopo la conquista dei Franchi della “Langobardia”, i gastaldati, grazie anche alla fondazione della Contea dei Marsi con sede amministrativa Celano, divisi nelle sedi di Rieti, Amiternum, Forcona, Marsica, Valva, Penne e Chieti vennero ripartiti nel 926, nel governo della fascia centrale-orientale di Penne al governo diretto di quest’ultima, insieme con Chieti e Teramo, quando l’imperatore Ottone affidò il comando della zona dell’Abruzzo Citeriore ad Attone I degli Attonidi di Chieti. Gli Attonidi, famiglia molto influente, in ottimi rapporti con i Conti dei Marsi, che avevano in potere l’altra metà dell’Abruzzo occidentale, rimasero al governo di Chieti e dintorni fino all’arrivo dei Normanni, e i loro domini confinavano con la Contea di Manoppello.
Con questi ultimi Penne venne fortificata ex novo, con l’erezione di nuove mura con porte di accesso, torri di avvistamento, delle quali resta il torrione di Porta San Francesco, e un fortino militare sul colle più alto, detto Colle Castello, oggi distrutto. 

[fonte: Wikipedia]