Area Vestina
Penne: Architettura e Monumenti
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Penne: Archietettura e Monumenti
Il centro storico è posto sopra due colli, collegati dal corso Emilio Alessandrini, chiamati Colle Sacro e Colle Castello. Nel primo colle si trovano la Cattedrale di San Massimo e Santa Maria degli Angeli, la chiesa di Sant’Agostino e il complesso di San Giovanni Battista.
Accedendo da destra vi è la monumentale Porta San Francesco. Risalendo il corso, presso Colle Castello, si trovano la Piazzetta Santa Croce con la chiesa omonima, il complesso parrocchiale di San Domenico e il corso dei Vestini, dove si affacciano numerosi palazzi gentilizi, come Palazzo Aliprandi, Palazzo De Cesaris, Palazzo Scorpione, Palazzo Margarita d’Austria.
Porta San Francesco
Porta San Francesco è la principale delle porte di accesso dal lato est, già nota come Porta San Nicola, anche se in realtà era dedicata al patrono San Massimo. La porta fu abbattuta e ricostruita in forme monumentali nel 1780 su progetto di Francecso De Sio, è di fattura imponente, con il suo arco centrale a tutto sesto in ornato di bugnato, e affiancato da larghe lesene poste su alti basamenti, con i capitelli a sostegno della fascia architravata. La parte superiore della cornice è sormontata da un frontone mistilineo curvo sotto il quale si apre la nicchia che accoglie la statua di San Massimo, una lapide invece ricorda la visita di San Francesco d’Assisi nel 1216, da cui il nome della porta.
Torre del Duomo
Il Duomo di Penne è dedicato a San Massimo Levita e Santa Maria degli Angeli, di origine anteriore al Mille. Cripta del X-XI secolo. Benché sia molto antica, eretta nel VII secolo sul Colle Sacro, sopra un tempio romano. Dopo il bombardamento del 1944 che la danneggiò gravemente, la chiesa fu ripristinata in un ipotetico stile romanico, con una pianta longitudinale a croce latina, con bracci del transetto sporgenti, e facciata pseudo-romanica, con portale gotico duecentesco e rosoncino superiore. L’interno a tre navate con abside semicircolare ha perso le caratteristiche del gusto barocco, e di originale si conserva la cripta romanica, che ospita opere come l’altare maggiore del 1180, il Crocifisso del XIV secolo, un recinto presbiteriale con motivi animalistici del IX secolo, e il busto di San Massimo del 1762.
Chiesa di Santa Maria del Carmine
La Chiesa di Santa Maria del Carmine si trova nel colle del Carmelo, edificata nel XVII secolo sopra un vecchio romitorio dedicato a San Cristoforo (1642). A causa di un crollo i lavori furono rieseguiti e la chiesa ampliata nel 1754, dandole l’aspetto barocco. L’architetto in un primo momento fu Pietro Canturio (1763), che progettò l’impianto a croce latina e la decorazione a stucco nel 1770. Nel 1767 subentrò l’architetto Francesco De Sio, che dette più spazialità all’edificio, inserendo il transetto quasi a metà dell’aula, preceduto da tre campate e seguiti da altre due, che costituiscono il presbiterio; all’incrocio dei bracci si alza la cupola ellittica su pennacchi, illuminata da quattro finestre dal profilo a campata.
Palazzo Aliprandi- De Sterlich
Il Palazzo Aliprandi- De Sterlich fu realizzato nel XVII secolo sopra una preesistente costruzione, ed è oggi sede dell’Istituto Tecnico “Guglielmo Marconi”. Nel XVI ospitò il capostipite della famiglia pennese Giovanni Aliprandi, tesoriere della duchessa Margherita d’Austria. Le finestre del piano nobile del secondo piano presentano elementi che sono propri degli edifici rinascimentali, la larga mostra delle tre fasce con i risvolti orizzontali in basso, le mensole inginocchiate sorreggenti il davanzale, il fregio convesso, la classica cornice di coronamento. Nel 1773 l’edificio subì grandi trasformazioni barocche, e vennero realizzati i due grandi portali, quello principale ad arco a tutto sesto con concavità cantonale nei piedritti, inquadrato tra due lesene divergenti, con capitelli e cariatidi.
Porta della Ringa
Nel 1842 il Decurionato di Penne acconsentì all’abbattimento e alla ricostruzione ex novo della Porta della Ringa come accesso monumentale alla città. Il finanziamento venne dal barone don Diego Aliprandi, Cavaliere di Malta di San Giovanni, in previsione della visita di Ferdinando II delle Due Sicilie a Penne. Dal punto di vista dell’abbellimento delle mura medievali in Abruzzo, questa porta rappresenta uno degli esempi più monumentali: si presenta in due distinti corpi gemelli, una base sormontata da tre colonne composite sostenenti architravi e cornici, a loro volta sormontate da piedritti, guglie e palle in pietra, in chiaro stile neoclassico. Elemento principale è il mattone, che presenta dimensioni maggiori nelle colonne, mentre da altre parti sono visibili gli intonaci nella facciatelle.
Fontana dell’Acqua Ventina
La Fontana dell’Acqua Ventina è la più famosa e monumentale, situata in Valle del Cupo. Si ritiene che abbia origini romane (poiché è nominata anche “Virium”), ma la sua conformazione attuale risale alla metà dell’800. Nel 1833 Vincenzo Gentili pubblicò un articolo sullo stato della fonte, e insieme con l’architetto Dottorelli progettò un restauro in stile neoclassico. La fontana incassata nel terreno ha due ampie scale sotto le quali ci sono i serbatoi di raccolta, che partono ai lati della facciata per scendere verso i cannelli incastonati tra due pietre scolpite. L’abate Romanelli nella sua trascrizione della lapide, una volta murata nella chiesa di San Panfilo, chiaramente traduce che le due acque, la Ventina e la Virium, erano incamerate dentro la città.
Monumento ai Martiri Pennesi
Il Monumento ai Martiri Pennesi è il monumento civile più noto della città, in Piazza XX Settembre, realizzato tra il 1912 e il 1916 per volere dell’amministrazione comunale, a ricordo degli 8 insorti fucilati nel 1837 a Teramo. La tipologia è a obelisco, costituito da tre gradonate su cui s’imposta il basamento che a sua volta sorregge l’obelisco. Il leone che rompe le catene, simbolo della libertà, e l’aquila che stringe un ramo di palma (ascensione dello spirito), artisticamente realizzati da Pasquale Morganti, costituiscono gli elementi decorativi dell’opera. Oltre ai nomi dei patrioti c’è l’epigrafe commemorativa “AI MARTIRI PENNESI DEL 1837 ASSERTORI DELL’UNITA’ E INDIPENDENZA D’ITALIA.”
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